OPI | Ordine delle Professioni infermieristiche Cagliari

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L’infermiere di famiglia sarà presto realtà. Non solo: gli infermieri avranno un ruolo fondamentale nella nuova organizzazione che garantirà l’aggiornamento degli standard di assistenza sul territorio. È quanto è emerso dalla maratona sul Patto per la Salute, l’iniziativa voluta dalla ministra  che lo scorso 8 luglio ha incontrato il Fnopi. A rappresentare la Federazione c’era Nicola Draoli, componente del Comitato centrale della Federazione e presidente dell’Ordine di Grosseto.

 

Il Patto per la Salute è il documento che farà da base all’organizzazione sanitaria del prossimo triennio e che valorizza il ruolo degli infermieri: dall’infermiere di famiglia, in grado di soddisfare i bisogni emergenti e sempre maggiori di cronici e non autosufficienti, fino alla valorizzazione dell’infermiere in attività e competenze dove oggi è presente, ma che non si sono potute sviluppare in modo omogeneo su tutto il territorio, come nell’emergenza-urgenza.

 

L’infermiere di famiglia è uno dei molteplici e importanti esempi delle competenze sviluppate dalla professione, ma ce ne sono molte altre anche riguardo all’assistenza ospedaliera e nell’emergenza urgenza. Proprio per questo FNOPI auspica che il nuovo Patto per la Salute sia volano per lo sviluppo e la valorizzazione delle competenze professionali degli infermieri.

 

“Il futuro del benessere dei cittadini passa dall’implementazione dell’assistenza infermieristica, soprattutto quella di famiglia e comunità, ben integrata in équipe ampie con i medici di medicina generale, a casa delle persone. Non possiamo più aspettare e questo Patto è la nostra più grande opportunità di farci trovare preparati ai bisogni reali delle persone” ha detto Draoli.

 

Maggiori informazioni al link http://www.fnopi.it/attualita/fnopi-alla-maratona-sul-patto-salute-infermiere-di-famiglia-e-maggiori-competenze-in-pole-id2699.htm

 

 

Per gli infermieri indossare e dismettere la divisa di lavoro (camice, mascherina protettiva e così via) rappresenta un’attività obbligatoria, accessoria e propedeutica alla prestazione di lavoro. Quindi si tratta di attività dovuta “per ragioni di igiene”, da effettuarsi negli stessi ambienti dell’Azienda e non a casa, prima dell’entrata e dopo l’uscita dai relativi reparti, rispettivamente, prima e dopo i relativi turni di lavoro, ed è per questo motivo che fa parte dell’orario di lavoro e come tale va retribuita.

 

A mettere la parola fine all’annosa vicenda è ora la Cassazione, con una sentenza (la 17635/2019) che è intervenuta sul contenzioso sorto tra alcuni infermieri e una Asl abruzzese in relazione al riconoscimento del diritto alla retribuzione del tempo impiegato per indossare e dismettere la divisa, già riconosciuto dal Tribunale.

 

La Cassazione ha così confermato la decisione dei giudici di primo grado, puntualizzando che “si tratta di attività che non sono svolte nell’interesse dell’Azienda, ma dell’igiene pubblica e come tali devono ritenersi autorizzate da parte dell’Azienda stessa”.

 

“Inoltre, per il lavoro all’interno delle strutture sanitarie, il tempo di vestizione e svestizione dà diritto alla retribuzione, essendo l’obbligo imposto dalle esigenze di sicurezza e igiene che riguardano sia la gestione del servizio pubblico sia la stessa incolumità del personale addetto”.

 

Per ulteriori approfondimenti e per leggere la sentenza: http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=75543

 

 

Anche il Ministero per gli Affari Regionali ha un ruolo nel Patto per la Salute, il documento stilato dal governo e che traccerà le strategia per il prossimo triennio. Per questo i rappresentanti della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche hanno incontrato lo scorso 4 luglio la ministra Erika Stefani. Al centro del colloquio, presenti per la FNOPI il componente del Comitato centrale Franco Vallicella e il portavoce della Federazione Tonino Aceti, anche il tema dell’autonomia differenziata, sul quale la Federazione ha ribadito la sua posizione di salvaguardia dell’equità e di omogeneità per quanto riguarda l’assistenza alle persone.

 

Stefani ha affermato che tutto avverrà in una cornice assolutamente nazionale e, quindi, come chiesto dalla FNOPI, tenendo ferma la barra su alcune parole come equità, unitarietà e indivisibilità del Servizio Sanitario Nazionale.

 

La ministra si è detta d’accordo inoltre con gli infermieri sulla necessità di sollecitare interventi efficaci perché si portino le Regioni attualmente indietro nell’applicazione dei livelli essenziali di assistenza sullo stesso piano delle altre, per evitare diversità pericolose tra i cittadini.

 

Per quanto riguarda invece il Patto per la Salute, il coinvolgimento del ministro riguarda la sua delega per la valorizzazione delle zone montane e le piccole isole dove è prioritario l’inserimento dell’infermiere di famiglia.

 

Si tratta in sostanza della cura delle persone che vivono in oltre un terzo del territorio italiano (le zone montane coprono il 35,2 per cento e le piccole isole l’uno per cento del paese) e la collaborazione tra infermieri di famiglia sul territorio e Dipartimento degli Affari regionali porterebbe sostegno in quelle zone che oggi spesso vengono spopolate perché prive proprio di servizi pubblici.

 

La ministra Stefani ha giudicato rilevante l’argomento, dichiarandosi pronta a collaborare alla proposta FNOPI.

 

Per approfondimenti: http://www.fnopi.it/attualita/autonomie-e-patto-per-la-salute-la-fnopi-incontra-il-ministro-per-gli-affari-regionali-erika-stefani-id2696.htm

 

 

Cresce la voglia degli infermieri di raccontarsi e di raccontare la loro professione in maniera originale e ad un pubblico più ampio. Per questo motivo, con l’obiettivo anche di favorire una corretta rappresentazione del senso della professione infermieristica, che FNOPI sostiene il progetto “L’arte di curare e di raccontare”, proposto dai registi Roberto Gandini e Gianluca Rame e che intende raccogliere, stimolare, sceneggiare storie che riguardino il vissuto della professione: cosa è stato, cosa è, cosa sarà “essere infermiere”.

 

I due registi raccoglieranno le storie, attivando un canale di comunicazione via WhatsApp (al numero 327 905 1266) disponibile, in sola entrata, fino al 7 agosto (la scadenza è stata infatti prorogata).  Saranno accettati video e/o vocali della durata massima di 5 minuti. Dovranno riportare nome e cognome, Opi di appartenenza e un contatto valido (es. indirizzo email) dell’autore.

 

Il materiale sarà analizzato e selezionato e gli autori dei contributi ritenuti di maggiore interesse da parte del regista potranno essere invitati a partecipare ad un workshop residenziale gratuito a Roma (20 ore complessive) che si svolgerà entro l’anno.

 

Per ulteriori informazioni:
http://www.fnopi.it/chi-siamo/archivio-speciali/l-arte-di-curare-e-di-raccontare-parte-un-nuovo-progetto-rivolto-agli-infermieri-id76.htm

 

Gli infermieri sono inoltre protagonisti di una web serie voluta dal sindacato Nursing Up e dal titolo “Infermieri in corsia”

 

Il progetto si articola in sei episodi ed è incentrato su altrettanti professionisti della salute con diversi profili di appartenenza, da cui emerge sia il lato umano della professione, sia la competenza degli operatori. L’idea è quella di regalare agli utenti sei storie “di umanità” che verranno pubblicate una volta la settimana durante i mesi estivi.

 

Per guardare la serie web: https://nursingup.it/infermieri_in_corsia.html