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Ocse: “È finita l’epoca dei medici solitari, il futuro è nei team”

“Il futuro dell’assistenza sanitaria di base riguarderà nuovi modelli di assistenza diversi da quello basato sul singolo medico che lavora isolato rispetto ad una rete di servizi”. Lo afferma l’Ocse nel suo report Realising the Potential of Primary Health Care, secondo cui il futuro delle cure primarie dovrà essere basato su team multiprofessionali composti da medici, infermieri, farmacisti e operatori sanitari della comunità, dotati di tecnologia digitale e perfettamente integrati con servizi di assistenza specializzati.

 

Ma per fare tutto ciò l’Ocse segnala la necessità di nuovi investimenti “per incoraggiare l’assistenza sanitaria di base a lavorare in team e concentrarsi sulla prevenzione e la continuità delle cure, in particolare per i pazienti con malattie croniche”.

 

Secondo l’Organizzazione internazionale occorre dunque creare “nuove configurazioni di assistenza, che ospitano più professionisti con competenze avanzate e che lavorano in gruppo, supportati dalla tecnologia digitale per consentire un coordinamento delle cure”. Per quanto riguarda l’Italia viene citato il modello delle Uccp (Case della Salute).

 

Per l’Ocse tutto ciò è fondamentale anche “alla luce della pandemia Covid-19 che ha accelerato l’implementazione di innovazioni promettenti nell’assistenza sanitaria primaria per giungere una trasformazione a livello di sistema delle cure”.

 

Oltre che a garantire cure migliori questo sistema comporterà anche ad una diminuzione dei ricoveri inappropriati al Pronto soccorso. “Finora – rileva l’Ocse -, l’assistenza sanitaria di base non ha sempre avuto successo nel tenere le persone fuori dagli ospedali”. Il report stima che in Italia un ricovero su cinque in Pronto soccorso sia inappropriato.

 

In questo quadro l’Organizzazione propone di potenziare il ruolo di infermieri e farmacisti per “ridurre il carico di lavoro dei medici di base, senza compromettere la qualità dell’assistenza e la soddisfazione del paziente soddisfazione”.

 

Per aggiornamenti: https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=86198

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