L’80,4 per cento dei giovani che si laurea in professioni sanitarie infermieristiche trova lavoro dopo appena un anno dal conseguimento del titolo di studio. Lo afferma una ricerca portata avanti da AlmaLaurea che ha analizzato i dati dei laureati di I livello: 10.760 del 2018 e 7466 del 2017, intervistati a un anno dal titolo.
La maggior parte di loro sono donne (73,2 per cento, a fronte del 26,8 di uomini). Il 4,4 per cento sono cittadini stranieri. Il 15,9 degli studenti proviene da famiglie in cui almeno un genitore è laureato, mentre per l’82,7 per cento nessuno dei due genitori ha un titolo di laurea.
Coloro che hanno iniziato a lavorare dopo la laurea sono l’81 per cento. Il 18,3 degli occupati ha intrapreso il lavoro autonomo, il 20,5 è stato assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato; predominante, 55,5, il lavoro non standard (prevalentemente contratti alle dipendenze a tempo determinato).
La retribuzione mensile netta è di 1.356 euro. Il 21,3 per cento lavora nel settore pubblico e il 68,9 in quello privato. L’utilizzo delle competenze acquisite all’università è elevato nel 79,6 per cento dei casi, mentre la formazione professionale acquisita all’università è ritenuta molto adeguata nell’85,5 per cento dei casi. Per il 92,9 la laurea è richiesta dalla legge per lo svolgimento dell’attività lavorativa, rivelandosi, quindi, molto efficace o efficace nel lavoro svolto per il 94,7 per cento degli occupati.
Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/05/07/almalaurea-infermieri-covid-chi-e/