OPI | Ordine delle Professioni infermieristiche Cagliari

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Nell’area Ocse gli infermieri sono aumentati ma non in Italia, dove sono sempre 5,7 per mille abitanti contro una media dei paesi dell’organizzazione di 8,2, con tutti gli stati del nord Europa al di sopra di dieci infermieri ogni mille abitanti. La carenza – in Italia storicamente è di almeno 53 mila unità – è stata aggravata durante l’apice della pandemia, anche dal fatto che molti infermieri sono stati infettati dal virus.

 

Eppure, sottolinea l’Ocse nel suo nuovo rapporto“Health at a Glance Europe 2020”, “gli infermieri svolgono un ruolo fondamentale nel fornire assistenza negli ospedali e negli istituti di assistenza a lungo termine in circostanze normali, e il loro ruolo è stato ancora più critico durante il Covid-19”.

 

L’Ocse sottolinea che la domanda di infermieri dovrebbe continuare a crescere negli anni per l’invecchiamento della popolazione mentre molti infermieri al contrario si stanno avvicinando all’età della pensione e quindi la forza lavoro rischia di diminuire ancora. Questo preoccupa molti paesi che stanno investendo nella loro formazione e alcuni stanno anche affrontando le attuali carenze assumendo infermieri dall’estero. “Aumentare gli infermieri in attività – scrive l’Ocse – rimane una questione chiave per evitare nella maggior parte dei paesi le carenze attuali e future”.

 

“Nel nostro Paese – commenta la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli – finora abbiamo assistito a varie forme di integrazione del personale, ma non sono provvedimenti emergenziali a risolvere la situazione. La Federazione è a disposizione delle altre istituzioni per creare in tempi rapidissimi un percorso che integri gli organici quanto più velocemente e correttamente possibile”.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/11/19/ocse-rapporto2020-infermieri/