Tra legge di bilancio e nuovi contratti c’è una nuvola nera che si addensa sul personale del Servizio sanitario nazionale: aumenti davvero all’osso e perdita di potere di acquisto che dall’ultimo contratto “normale” – quello del 2009 – ha tolto alle buste paga una media del 6,33% del loro potere di acquisto con una forbice compresa tra poco più dell’1 e circa il 10% in base alle varie categorie professionali.
L’analisi degli aumenti, delle buste paga, della perdita di potere di acquisto e di quella degli organici del Servizio sanitario è del Centro studi Fnopi, che come tale fa anche un focus sugli infermieri.
Alla perdita economica si associa la perdita sempre dal 2009 in poi di circa 25mila unità di personale (infermieri in testa con quasi 12mila organici in meno) che nelle Regioni più svantaggiate, quelle con piano di rientro, concentra la maggior parte delle perdite.
Oggi la carenza di infermieri si assesta secondo i dati Fnopi su oltre 50mila unità che con l’effetto di Quota 100 potrebbero salire in tre anni anche fino a 76mila.
Studi internazionali negli ultimi tempi hanno dimostrato che troppi pazienti per ogni infermiere aumentano il rischio di mortalità: dovrebbero essere 6 in media generale e in Italia vanno dai circa 8 delle Regioni più virtuose agli oltre 17 di quelle con minori organici.
L’aumento del rischio di mortalità è tra il 25 e il 30 per cento, ma nuovi dati mettono in risalto un altro problema serio di salute legato ai numeri di chi assiste i pazienti.
Senza contare il danno sui pazienti provocato da infermieri a cui si fanno svolgere attività non Il messaggio al Governo, dati alla mano, è chiaro e a lanciarlo è la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli: “Mancano professionisti, mancano anche gli infermieri, a mancare, però, è soprattutto un serio ed equilibrato rapporto tra i professionisti che si realizzi attraverso lo sviluppo delle competenze. Serve una visione più ampia e coraggiosa”.
Per approfondimenti:
https://www.fnopi.it/2019/12/05/analisi-fnopi-su-buste-paga-e-organici-fnopi/