OPI | Ordine delle Professioni infermieristiche Cagliari

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La Fnopi ha lanciato e finanziato una raccolta fondi dedicata agli iscritti all’Albo colpiti nella lotta al Covid-19: tra questi gli infermieri guariti da riabilitare; in quarantena lontani da casa; deceduti a causa del virus. Per loro e per le loro famiglie è nato un fondo di solidarietà, da integrare e far durare nel tempo tramite donazioni.

 

Si tratta di un fondo “a sportello”, in cui alla classica attività di raccolta delledonazioni si affianca la immediata erogazione di contributi agli infermieri in possesso dei requisiti individuati dalregolamentoapprovato dal Comitato centrale Fnopi.

 

È già possibile presentare domanda di contributo, utilizzando i modelli presenti nella sezione download della piattaforma di raccolta fondi, già organizzati per ciascuna area di intervento, e inviando tutta la documentazione necessaria alla Federazione, tramite Pec (federazione@cert.fnopi.it) o raccomandata con ricevuta di ritorno a: Federazione Nazionale ordini Profesisoni Infermieristiche – Via Agostino Depretis 70, 00184, Roma.

 

Consulta le tipologie di beneficiari previste (prima di inoltrare domanda si consiglia fortemente di leggere il regolamento):

 

Domanda Infermiere in Quarantena lontano da casa
Domanda Riabilitazione post Covid19
Domanda Supporto Psicologico
Domanda Liberi Professionisti
Domanda Figli Infermieri Deceduti
Domanda Genitori Infermieri Deceduti
Domanda Coniuge Infermieri Deceduti

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/04/28/domande-fondo-infermieri/

 

 

Si intitola “Indicazioni ad interim per servizi assistenziali di telemedicina durante l’emergenza sanitaria Covid-19” ed è il rapporto pubblicato dall’Istituto superiore di sanità dedicato all’emergenza Covid-19. Il rapporto individua problematiche operative e propone soluzioni utili sostenute dalle evidenze scientifiche, ma anche impiegabili in modo semplice nella pratica.

 

Per ottimizzare le risorse, il rapporto individua uno schema con tre situazioni tipo di persone che possono necessitare di controlli sanitari a domicilio:

 

– persone non affette da patologie precedenti al momento in cui è stata necessaria la quarantena o l’isolamento, asintomatiche e che rientrino nella definizione di contatto stretto o di caso confermato;

 

– persone non affette da patologie precedenti al momento in cui è stato necessario l’isolamento, che presentino sintomi da lievi a moderati compatibili con infezione Covid-19 e che rientrino in una delle definizioni di caso sospetto, probabile o confermato;

 

– persone affette da patologie croniche, malattie rare e persone in condizioni di fragilità, oppure che richiedono trattamenti di lungo periodo o di particolare assistenza e/o supporto non ospedalieri, e che necessitano di mantenere la continuità dei servizi durante la quarantena, l’isolamento o nel periodo di applicazione delle norme di distanziamento sociale.

 

Il rapporto offre anche tabelle e schemi sui servizi di telemedicina da offrire, sul monitoraggio dei pazienti e uno schema generale di organizzazione del servizio.

 

 

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/04/20/covid-telemedicina-rapporto-iss/

Nella gestione clinica del caso sospetto o confermato Covid-19 “deve essere garantita la presenza di infermieri h24 e supporto medico”. Lo afferma un documento dell’Istituto Superiore di Sanità nel documento dal titolo “Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 in strutture residenziali sociosanitarie”.

 

Nelle strutture dove non sia presente assistenza infermieristica h24, il paziente dovrà temporaneamente essere isolato in stanza singola e successivamente trasferito ad altra struttura residenziale in grado di garantire le precauzioni di isolamento in accordo con le autorità locali, provinciali e regionali.

 

Se c’è invece la sospetta/probabile/accertata infezione occorre attivare le Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) che si avvalgono della consulenza/collaborazione degli infettivologi. I protocolli saranno quelli emanati dalle direzioni delle aziende sanitarie e recepiti dal responsabile sanitario delle strutture.

 

Ma anche in questo caso deve essere garantita, laddove siano presenti ospiti Covid-19 sospetti o accertati (anche in attesa di trasferimento), la presenza di infermieri h24 e supporto medico. L’infermiere quindi è essenziale anche nel caso di attivazione delle Usca.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/04/19/usca-infermiere-covid-rsa

 

“Servono più infermieri nei posti di comando”: è il titolo di una lettera che sette esperti hanno inviato al sito Quotidiano Sanità. “Gli elogi di queste settimane si devono tradurre inuna costante presenza infermieristica qualificata nei tavoli decisionali. A tutt’oggi invece ci sono ancora situazioni nelle quali la presenza infermieristica è praticamente simbolica. Ad esempio tra i 25 componenti del Comitato Tecnico Scientifico della Regione Lombardia, sono pluri-rappresentati igienisti, anestesisti-rianimatori, epidemiologi, pneumologi, medici del lavoro, ma c’è una sola infermiera che, per quanto molto brava, non può rappresentare i diversi punti di vista (assistenza domiciliare, in comunità, ospedale). Chi ha esperienza sul campo conosce le sfide per garantire l’isolamento dei pazienti in comunità, a domicilio”.

 

La lettera è stata sottoscritta da Paola Di Giulio, Valerio Dimonte (Università di Torino), Rosaria Alvaro (Università di Tor Vergata Roma), Maria Grazia Demarinis (Università Campus Biomedico di Roma), Paola Gobbi (ATS Brianza, Monza), Loreto Lancia (Università dell’Aquila), Dario Laquintana (Ospedale Maggiore Policlinico Milano) ed Ermellina Zanetti (Aprire Network).

 

Secondo i sette esperti, in queste settimane “ha prevalso l’elogio dell’opera degli infermieri, riconosciuti come una componente determinante, addirittura eroica, di strategie di intervento che hanno visto una collaborazione, al di là di qualsiasi attesa, (a livello sanitario, assistenziale, organizzativo) di tutto il personale”.

 

“L’accento è ora sul dopo” scrivono i sette. “Una fase molto critica che deciderà se e come ciò che deve essere cambiato in quanto riconosciuto come imprescindibile in tutte le analisi ed i rapporti sull’emergenza, può essere concretamente tradotto in un’agenda operativa”.

 

“Tutto questo deve tradursi anzitutto, in questo ‘dopo’ che già si vive e a tutti i livelli (nazionale, regionale, aziendale) si devono prendere decisioni da attuare progressivamente, nel riconoscimento formale della ‘normalità’ di una costante presenza infermieristica qualificata nei tavoli decisionali”.

 

A tutt’oggi, alle chiare prese di posizione degli organismi rappresentativi (la Fnopi con i sette punti prioritari per dare una medaglia reale agli infermieri) sembrano corrispondere ancora situazioni nelle quali la presenza infermieristica è praticamente simbolica”.

 

Per approfondimenti: http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=84657