OPI | Ordine delle Professioni infermieristiche Cagliari

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I nuovi infermieri di famiglia e comunità previsti nel Decreto Rilancio dovranno avere un ruolo di governo nell’ambito dei servizi infermieristici distrettuali. “Per noi è un punto di forza essenziale prevedere che l’infermiere di famiglia partecipi all’attuazione dei piani di assistenza territoriale per l’identificazione e la gestione dei contatti, l’organizzazione dell’attività di sorveglianza attiva e ricopra un ruolo di responsabilità nell’ambito dei processi infermieristici a livello distrettuale”, commenta la presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli.

 

“È un’esigenza – aggiunge – legata alla necessità di garantire il potenziamento della presa in carico sul territorio e a domicilio dei soggetti affetti da Coronavirus, ma più in generale anche e in modo stabile delle persone che versano in condizione di fragilità”.

 

“Ci auguriamo che Parlamento e Governo ascoltino le Regioni che sul territorio sono i veri gestori e organizzatori del sistema sanitario riguardo alla centralità dei servizi infermieristici e dell’infermiere di famiglia e di comunità all’interno del distretto”.

 

Per Mangiacavalli “bene anche le assunzioni a partire dal 2021, che devono essere a tempo indeterminato per il rafforzamento e il rilancio del servizio sanitario pubblico e per andare incontro ai veri bisogni dei cittadini”.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/06/27/decreto-rilancio-infermiere-famiglia-commissione-salute-distretto/

 

 

“La terapia per rilanciare i servizi sanitari territoriali, per farli diventare davvero il secondo pilastro del Servizio sanitario nazionale, è stata approvata da Governo e Regioni appena quattro mesi fa e si chiamaPatto per la Salute 2019-2021.Così il Ssn ha introdotto su tutto il territorio l’infermiere di famiglia e di comunità”. Lo afferma il portavoce della Fnopi Tonino Aceti, secondo cui “i patti si rispettano”.

 

“All’emergenza per i pazienti Covid, oggi si aggiunge anche quella dei pazienti non-Covid con fragilità (cronici, non autosufficienti), i quali per circa due mesi hanno fatto i conti con un vero e proprio congelamento dei servizi socio-sanitari territoriali, già carenti, a partire da quelli domiciliari, che sono fondamentali per la prevenzione e gestione delle complicanze. E la prospettiva, in assenza di interventi immediati e massici, rischia decisamente di non essere all’altezza dei bisogni reali dei pazienti”.

 

“Nel cosiddetto Decreto Aprile gli infermieri si aspettano un potenziamento del territorio che punti sulla loro professione, attraverso l’attuazione delle misure contenute nel Patto per la Salute e la messa a terra su tutto il territorio nazionale dell’infermiere di famiglia e di comunità. Tutto questo è possibile mettendo sul piatto risorse concrete in grado di superare l’attuale carenza di infermieri sul territorio, pari a 30mila unità. No alle nozze con i fichi secchi” conclude Aceti.

 

Per approfondimenti:

https://www.fnopi.it/2020/04/26/fase2-infermiere-di-famiglia-territorio/

 

Primi passi per l’infermiere di famiglia, istituito dal Patto per la Salute e arrivato finalmente ad integrare il servizio di cure primarie. Tra le prime realtà ad introdurre questo nuovo modello di assistenza è l’Asl Roma 4, che a Civitavecchia e Ladispoli ha prima formato e poi inserito l’infermiere di famiglia nel percorso assistenziale.

 

Ecco il video he racconta questa esperienza.

 

Al momento gli ambiti di intervento dell’infermiere di famiglia sono diabete, ipertensione, scompenso cardiaco e BPCO.

 

Solitamente i pazienti trattati sono poco complicati, scarsamente attenti al proprio stato di salute o pazienti appena diagnosticati che hanno bisogno di implementare le conoscenze e le competenze specifiche per gestire la propria patologia.

 

 

Per approfondimenti: https://www.sanitainformazione.it/salute/linfermiere-di-famiglia-arriva-nelle-case-dei-pazienti-cronici-ecco-come-funziona/?fbclid=IwAR2k5Z3aImisyC09hkn0Gmq2weVZ-JtflOy9zImZIa-pwBTX9iqO4BD0a7U

 

 

 

L’infermiere di famiglia è finalmente realtà. Il Patto per la Salute recentemente approvato prevede infatti che accanto ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, agli specialisti ambulatoriali e ai farmacisti ci sia “l’assistenza infermieristica di famiglia/comunità, per garantire la completa presa in carico integrata delle persone”.

 

“La professione fa un altro passo avanti nel suo cammino, entra nelle case delle persone, contrasta le disuguaglianze soprattutto nelle aree interne e garantisce un’assistenza territoriale accessibile soprattutto a una popolazione che invecchia e presenta sempre più cronicità e disabilità, con la necessità di soddisfare bisogni di assistenza complessi che gran parte delle famiglie non può affrontare da sola” ha commentato la presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli.

 

“Ora le Regioni, che hanno approvato il Patto – conclude la presidente – devono attuare le previsioni che contiene insieme agli Ordini degli infermieri. Noi siamo già al lavoro per preparare i nostri professionisti a interpretare al meglio questo nuovo ruolo che c’è stato assegnato all’interno del Servizio sanitario nazionale”.

 

Per approfondimenti:

https://www.fnopi.it/2019/12/18/patto-salute-infermiere-famiglia-infermiere-comunita-fnopi/

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