OPI | Ordine delle Professioni infermieristiche Cagliari

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Nuovo significativo passo in avanti per il disegno di legge contro la violenza sugli operatori sanitari. Il testo infatti ha ottenuto il via libera a Montecitorio. Dopo un nuovo passaggio al Senato, per la legge definitiva ora i tempi dovrebbero essere rapidi. “Si tratta di una bella notizia” ha commentato la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli, come anche “l’aggravio delle pene per lesioni gravi o gravissime che ora vale non più solo per le aggressioni a danno del personale sanitario o socio-sanitario, ma anche a danno di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso”.

 

Ogni anno circa 5mila infermieri subiscono violenze fisiche o verbali: circa 13-14 al giorno. L’89,6 per cento degli infermieri è stato vittima, secondo una ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata di Roma, di violenza fisica/verbale/telefonica o di molestie sessuali da parte dell’utenza sui luoghi di lavoro.

 

In base ai dati rilevati si può dire che praticamente circa 240mila infermieri su 270mila dipendenti durante la loro vita lavorativa abbiano subito una qualche forma di violenza, sia pure solo una aggressione verbale.

 

Di tutte le aggressioni (secondo l’Inail) il 46 per cento sono a infermieri e il 6 a medici (gli infermieri sono i primi a intercettare i malati al triage, a domicilio, e quindi quelli più soggetti).

 

“Un aspetto per noi molto importante – conclude Mangiacavalli – è poi l’istituzione della ‘Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari’, che ha lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza a una cultura che condanni ogni forma di violenza”.

 

Per approfondimenti:

https://www.fnopi.it/2020/05/21/ddl-antiviolenza-camera-approvato/

Covid 19 è un’emergenza non solo di salute, ma anche di relazione. È ciò che è stato sottolineato lo scorso 31 maggio in occasione della diciannovesima Giornata del Sollievo che quest’anno  ha conciso anche con il decimo anniversario della legge sulle cure palliative38/2010.

 

Nel corso degli anni, considerando i bisogni concreti delle persone malate e sofferenti, l’obiettivo della Giornata è andato ampliandosi, abbracciando quasi tutte le condizioni di malattia ed esistenziali, pur mantenendo un posto di rilievo la fase terminale della vita.

 

“Quel che importa, sia durante la vita, sia di fronte alla morte, è non sentirsi abbandonati e soli”, scrisse il giornalista Gigi Ghirotti a cui è intitolata la Fondazione nazionale promotrice della Giornata del Sollievo con il Ministero della Salute e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, e con il sostegno dell’Ufficio per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana.

 

E gli infermieri non lasciano solo mai nessuno in nessun momento della vita e del bisogno e la Fnopi indica i presupposti che i suoi professionisti seguono per affrontare il dolore e aiutare i pazienti. La presenza degli infermieri è infatti garantita durante l’intero percorso di vita di una persona, dalla nascita fino al termine della vita. L’assistenza che gli infermieri offrono nella parte finale di questo percorso ha lo scopo di continuare a valorizzare la vita e preservare la dignità della persona anche se la morte è un evento atteso.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/05/30/giornata-sollievo-infermieri-covid/

 

Dopo le numerose proteste, il Miur ha abrogato parte del decreto ministeriale dello scorso 14 maggio che ha modificato i requisiti per i corsi di laurea in infermieristica. Inizialmente era previsto infatti che fossero due medici ospedalieri a integrare i docenti dei corsi di laurea in infermieristica. Una misura che è stata ritirata.

 

Il decreto inoltre ha accolto le richieste della Fnopi che in una nota del 25 maggio scorso indirizzata al ministro dell’Università, aveva chiesto l’attivazione di un tavolo congiunto tra Ministero dell’università e della ricerca, Ministero della salute e Fnopi per un “confronto istituzionale sulla riprogettazione dei percorsi formativi infermieristici, alla luce delle mutate esigenze del Servizio sanitario nazionale”.

 

“Ringraziamo il ministro dell’Università Gaetano Manfredi e il suo staff – sottolinea Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi- per aver valutato con attenzione, dopo le numerose interlocuzioni politiche con la Federazione, il problema dell’introduzione di ‘non infermieri’ nei corsi di laurea in infermieristica. E soprattutto di aver accolto la nostra richiesta sulla necessità dell’attivazione di un tavolo di confronto con la sola professione infermieristica per stabilire non solo i presupposti dell’intervento formativo urgente legato alla pandemia, ma la revisione di tutta la formazione universitaria degli infermieri”.

 

Per approfondimenti: http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=85786

 

“Non possiamo accettare che una giornata dedicata agli operatori della sanità in prima linea nella lotta alla pandemia si caratterizzi con una definizione che nell’immaginario collettivo riguarda da sempre solo una delle professioni coinvolte. Eppure, gli infermieri hanno pagato un prezzo altissimo: 40 morti, 4 suicidi e oltre 12mila contagiati. Per questo chiediamo che cambi subito il titolo del Ddl”. Lo afferma la presidente Fnopi Barbara Mangiacavali che contesta il titolo del disegno di legge approvato in Commissione Affari Costituzionali al Senato del Ddl per l’istituzione di una giornata che riconosca il valore del personale sanitario, tecnico e sociosanitario.

 

“Definirla ‘Giornata dei camici bianchi’ è un’assoluta limitazione che non rispecchia l’universo delle professioni. Con la dizione ‘camici bianchi’ infatti sono da sempre identificati i medici, parte essenziale e importante delle professioni coinvolte, ma non l’unica” spiega Mangiacavalli, che ricorda come tra i sanitari i medici sono circa 110mila contro i 270mila infermieri (il 60 per cento) e altrettanti professionisti delle altre professioni.

 

“Chiediamo formalmente – conclude la presidente Fnopi – una modifica che consenta di definire la Gionata in modo da caratterizzare il riconoscimento anche formale di tutti e non limiti di fatto l’immagine a una sola delle professioni in prima linea nella lotta alla pandemia. Gli infermieri che sono la professione in prima linea e più numerosa nella lotta a Covid-19 non hanno intenzione di restare a guardare”.

 

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/05/29/giornata-camici-bianchi-politica-non-riconosce-infermieri/