OPI | Ordine delle Professioni infermieristiche Cagliari

    • Contrast
    • Layout
    • Font

Le infezioni correlate all’assistenza costituiscono un grave problema di sanità pubblica in Europa: si ritiene infatti che ne siano colpiti almeno il sei per cento dei pazienti. Per informare sul problema l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il documento “Linee di indirizzo sulla valutazione del processo di sanificazione ambientale nelle strutture ospedaliere e territoriali per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ICA)”.

 

Il documento, redatto da un gruppo di lavoro multidisciplinare coordinato dall’Associazione Nazionale dei Medici di Direzione Ospedaliera (ANMDO) e sottoscritto dalle principali società scientifiche del settore, rappresenta un importante punto di riferimento tecnico-scientifico sul tema.

 

Il testo persegue la finalità di fornire indicazioni e raccomandazioni rispetto alla relazione tra igiene e ambiente a rischio di infezione, suggerendo criteri di valutazione per la sanificazione degli ambienti non solo ospedalieri ma anche territoriali allo scopo di gestire e contenere il rischio clinico correlato alla contaminazione microbica.

 

Un’infezione contratta durante la degenza in ospedale porta ad un incremento notevole dei costi di ricovero per prolungamento della degenza, e ha un impatto economico notevole a casa dell’aumento del carico di lavoro del personale e del maggior uso di farmaci e antibiotici.

 

Il documento sottolinea infine l’importanza della collaborazione fra il responsabile della raccolta dati ed il personale medico e infermieristico di reparto.

 

A QUESTO LINK LE LINEE DI INDIRIZZO INTEGRALI

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/09/11/infezioni-sanificazione-ospedali/

 

In tempi di Covid-19 il tracciamento dei contatti (Contact Tracing, CT) è uno strumento fondamentale di sanità pubblica per la prevenzione e il controllo della diffusione delle malattie trasmissibili da persona a persona. Per questo l’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso un rapporto dal titolo “Supporto digitale al tracciamento dei contatti (contact tracing) in pandemia: considerazioni di etica e di governance″,in cui si analizzano i molteplici problemi di etica che il tracciamento solleva.

 

Il CT si avvale di contatti telematici e digitali, limitando i contatti personali fra gli operatori di sanità pubblica e i cittadini e utilizzando tecnologie di accesso a data base telematici e di rintracciamento di prossimità tramite Bluetooth o Gps. Le applicazioni mobili (“App”) scaricate su smartphone possono costituire un potente supporto tecnologico al CT.

 

Per la Fnopi ha fatto parte del gruppo di lavoro Aurelio Filippini, presidente dell’ordine di Varese, esperto di Bioetica e componente del gruppo di lavoro che ha messo a punto il codice deontologico delle professioni infermieristiche e il relativo commentario.

 

Per quanto riguarda i principali requisiti metodologici, il Rapporto ne evidenzia e ne spiega sette.

 

1 – Proporzionalità delle informazioni raccolte(non devono essere raccolti dati ulteriori rispetto a quelli strettamente necessari all’identificazione del possibile contatto a rischio).

 

2 – Volontarietà dell’uso(non c’è un obbligo giuridico per i cittadini di sottoporsi al CT mediante App, ma va ricordata la responsabilità del singolo nei confronti della comunità in cui vive, responsabilità che chiede di collaborare fattivamente alle politiche di salute pubblica, incluso ovviamente il CT).

 

3 – Informazione e consenso(ogni persona deve poter dare il proprio consenso all’utilizzo delle App, anche dopo averle scaricate nel proprio smartphone o supporto mobile, e anche differenziato rispetto ai diversi eventuali moduli che le compongono).

 

4 – Gestione(la App deve essere gestita totalmente da una istituzione pubblica, escludendo ogni finalità a scopo di lucro, diretta e/o indiretta).

 

5 – Trasparenza del codice e dei risultati della sua diffusione(il codice utilizzato dagli autori delle App così come i risultati della sua diffusione devono essere resi pubblici dalle autorità istituzionali competenti, facilmente accessibile e comprensibile alla cittadinanza).

 

6 – Cancellazione dei dati(deve avvenire in tempi congrui rispetto all’esigenza di controllo dell’epidemia, che rimane l’unico scopo della loro conservazione, e comunque al termine dell’emergenza pandemica).

 

7 – Disponibilità gratuita di assistenza tecnica e sanitaria 24 ore su 24(la persona che rileva un contatto può aver bisogno di assistenza tecnica per interpretare la segnalazione e di assistenza sanitaria perché potrebbe avere imprevedibili reazioni ansiose quando viene a conoscenza dell’avvenuta esposizione).

 

A QUESTO LINK IL RAPPORTO INTEGRALE DELL’ISS

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/09/22/app-contact-tracing-rapporto-iss/

“Perché il Decreto Tariffe, presentato nel 2017 dopo sedici anni di attesa e che varava i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, non è mai stato adottato?”. Se lo chiede il portavoce della Fnopi Tonino Aceti, che ora sollecita il ministro Speranzaaffinché “sblocchi questa situazione nel più breve tempo possibile. Ne uscirebbe rafforzato l’articolo 32 della Costituzione”.

 

Aceti ricorda come “attraverso l’aggiornamento dei Lea veniva modificato il Nomenclatore dell’assistenza protesica con l’introduzione di una serie di nuove prestazioni particolarmente attese dalle persone con disabilità. Allo stesso modo veniva innovato il Nomenclatore della specialistica ambulatoriale, modificati anche gli elenchi delle malattie croniche e rare attraverso il riconoscimento di nuove patologie, oltre a nuovi accertamenti per patologie neonatali e nuove coperture vaccinali”. Gran parte di queste novità sono rimaste però solo sulla carta.

 

Ora il decreto sconta un ritardo inaccettabile di quasi tre anni rispetto alla tabella di marcia prevista dalla normativa, durante i quali si sono moltiplicate interrogazioni parlamentari ad oggi senza alcun risultato, e la responsabilità è della politica.

 

“Perché questo blocco? C’è qualcosa della bozza del Decreto Tariffe che a qualche soggetto non convince? Eppure l’adozione di un decreto così importante rappresenterebbe un sostegno importante per il diritto alla salute delle comunità, per i redditi delle famiglie, nonché una misura per contrastare concretamente le disuguaglianze” conclude Aceti.

 

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/09/29/decreto-tariffe/

Lo scorso 8 settembre 77.205 giovani hanno affrontato i test di ammissione alle ventidue professioni sanitarie (infermiere, fisioterapista, logopedista, dietologo, tecnico di radiologia ecc.). Di questi, 25.192 hanno scelto la professione di infermiere e infermiere pediatrico: il 33 per cento del totale.

 

“La nostra professione è in controtendenza e registra un aumento delle domande per i test del +7,5 per cento per infermiere e del +4,6 per infermiere pediatrico. È l’effetto Covid”, spiegano la presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli.

 

“I giovani, nella gravità della pandemia, si sono resi conto di cosa fanno e di chi sono gli infermieri – sottolinea Mangiacavalli – e nonostante sia ormai noto che la professione è sotto organici e sottopagata, si sono resi conto anche della preparazione clinica e umana e hanno scelto di essere vicini a chi soffre, hanno optato per quella prossimità con le persone che è la prima caratteristica della nostra professione”.

 

“Sicuramente molti giovani che hanno presentato la domanda per i test lo sanno e vogliono proprio questo: aiutare ed essere più vicini possibile a chi soffre. Auguri – conclude la presidente Fnopi – a tutti coloro i quali domani si impegneranno per entrare a far parte della nostra professione, con una certezza: sia la Federazione che i cittadini hanno sicuramente bisogno di voi”.

 

Per approfondimenti: https://www.fnopi.it/2020/09/07/test-ammissione-universita-infermieri/